mercoledì 3 giugno 2015

Autogrill


In autostrada, le tregge sono oltremodo rare ed ancor più raro è riuscire a fotografarne una, anche se per caso la si becca. È, naturalmente, per le condizioni oggettive: se in città, a volte, il Treggista Militante® può lanciarsi nel classico inseguimento, una cosa del genere in autostrada è troppo pericolosa, e non mi stancherò mai di ripetere sia che la prudenza non è mai troppa e che niente, sia che neppure la treggia più clamorosa vale la pelle propria e degli altri. 

Non che le tregge in autostrada non ci siano; però quasi sempre viaggiano accompagnate. Nel caso di quelle più antiche, le bisnonne insomma, le si trovano costantemente a bordo dei loro speciali cadreghini -vale a dire dei carrattrezzi o dei pianali noleggiati all'uopo. Le supertregge ultrasessantenni viaggiano per lo più per andare a qualche raduno di auto d'epoca, sono tirate a lucido e mal sopporterebbero di lanciarsi sulla A1 tra Piacenza e Bologna a un'ora di punta in mezzo ai TIR (con il rischio, inoltre, di provocare tamponamenti a catena perché vedere una vettura del genere farebbe lo stesso effetto di una spider con a bordo Belén Rodríguez ignuda). 


Sulle autostrade, però, esistono gli Autogrill. Le stazioni di servizio. Quelle cose dove si fanno il pieno e la pisciatina (rimarrà sempre un mistero come mai in autostrada scappi a tutti da pisciare il decuplo di quando si è a casa), dove si beve il caffè e si mangiano panini di merda a prezzi esorbitanti e riscaldati a temperature da ustione di 3° grado, dove si spera sempre di beccare il biglietto della lotteria che cambia la vita e dove si è costretti, per uscire, a fare tutto il giro di un minimarket che espone specialità regionali che costano quanto un soggiorno per due persone in un albergo a 4 stelle in mezzo a ceste di libri che fanno ancor più schifo dei panini. Ed giustappunto a un Autogrill sulla A21 vicino a Cremona che mi sono ritrovato davanti a questa cosa qua, sistemata su un pianale targato Ferrara trainato da un SUV che faceva carburante.


Reduce evidentemente da un qualche autoraduno, si tratta di una vettura assolutamente inconfondibile: una Lancia Aprilia. L'unica automobile che fece fare una figura terrificante a Henry Ford, che al Salone di Parigi del 1937 fu trovato a gambe all'aria mentre ci curiosava sotto (dichiarò che era "l'unica vettura esposta per la quale valeva la pena fare una figuraccia"). Prodotta dal 1937 al 1949 e intitolata a una delle cittadine laziali appena fondate da Mussolini durante la bonifica dell'Agro Pontino, la Lancia Aprilia fu una macchina veramente anticonvenzionale per non dire addirittura rivoluzionaria nel suo genere: scocca autoportante su vettura chiusa, camere di scoppio emisferiche, 4 ruote indipendenti e retro "a coda" altamente aerodinamico. Una macchina che era davvero futuribile, venti o trent'anni in anticipo sulle altre.


Ed è così che finalmente un Autogrill, pisciatine a parte, si rivela veramente utile. L'Aprilia trasportata con mille precauzioni, munita di targa originale, secondo le tabelle di targheitaliane.com risulta essere stata immatricolata tra l'11 maggio e il 25 maggio 1938, cosa del tutto corrispondente alle indicazioni del proprietario che l'aveva detta essere "del '38". Non è sempre detto di incontrare un proprietario di auto d'epoca così preciso: di solito, anzi, chi possiede una vettura del genere tende a aumentarle l'età.

Un paio d'anni dopo, esattamente il 14 giugno 1940, nasceva a Modena il sig. Francesco Guccini. Nonostante certe sue vecchie foto "automobilistiche" a base di Fiat 515, il "Maestrone" non ha mai conseguito nemmeno la patente di guida e non credo proprio che sia tra i lettori più assidui di questo blog; ciononostante, e questo è un dato di fatto, mi risulta essere stato l'unico ad avere scritto e cantato una canzone dedicata a un Autogrill, quella dove alla fine "lo chiamò la strada bianca" (forse, chissà l'Autogrill in questione si trovava lungo una carrareccia tra Porretta e la Sambuca Pistojese). E poiché di Autogrill qui si parla a partir dal titolo, e Guccini ha più o meno la stessa età (e la stessa stazza) della Lancia Aprilia...