martedì 3 marzo 2015

Mèrica



America? Gli americani non la guarderanno mai questa foto, scattata probabilmente agli inizi degli anni '60 all'incrocio tra via di Peretola e via delle Compagnie. Peretola, antichissimo sobborgo di Firenze, già nominato nel Decamerone e, almeno secondo la banda della trattoria "Da Burde", che ne ha fatto un autentico credo, luogo dove si svolge la vicenda del burattino Pinocchio. E anche il luogo dov'è nata l'America. La foto ritrae infatti quella che, si dice, sia la più antica casa e il focolare originario della famiglia Vespucci. No, forse gli americani non se lo immaginano che tutto il loro armamentario, il God bless America, l'America first, Capitan America e tutto il resto, ha avuto origine a Peretola grazie a un ragazzaccio giramondo di nome Amerigo (antico nome di origine germanica), per tramite di due giovani e geniali cartografi alsaziani, Martin Waldseemüller e Matthias Ringmann che, nel 1507, diedero quel nome al nuovo continente nella loro carta Universalis Cosmographia. Individuarono in Amerigo Vespucci, da Peretola, il vero e cosciente scopritore dell'America come continente a se stante (e non certamente un genovese che era alla ricerca delle "Indie" e che andò a sbattere casualmente nell'isola di Hispaniola). 

Universalis Cosmographia, 1507, Waldseemüller/Ringmann.
Gli americani non hanno mai riflettuto a fondo sul kiulo che ci hanno avuto. "America" suona bene, è un nome nato mediatico. Sì, certo, il genovese ci ha avuto il suo District of Columbia e lo stato della Colombia, ma il continente è fiorentino. Anzi, peretolano. Immaginatevi un po' se il grande navigatore si fosse chiamato, che so io, Pinzauti; ora ci avremmo la Pinzaùzia, God bless Pinzautia e gli United States of Pinzautia (USP). Invece no; ci abbiamo l'America. 

La Storia, insomma, nasce sovente dove meno ci si aspetta. Via delle Compagnie è una stradina cortissima proprio all'inizio di via di Peretola, con le sue corti secolari e gli aeroplani che decollano e atterrano vicino ai tetti delle case. L'aeroporto, naturalmente, si chiama Amerigo Vespucci; e una via de' Vespucci si perde da Peretola verso via del Barco. Chissà chi ha scattato quella fotografia, che peraltro ci interessa anche in senso strettamente treggistico; la casa sarà sì due o trecentesca (ne fa fede la loggetta tipica dell'epoca), ma l'improvvisato fotografo non ce l'ha fatta di certo a rimuovere due simboli della modernità, una motocicletta che chissà che diavolo è, e una macchina.


All'ingrandimento, appare il retro di una Fiat 1400, una vettura di fascia alta che, a quei tempi, poco ci si sarebbe aspettata in un sobborgo popolare come Peretola, fatto di contadini, renaioli e pescatori. E si pensi se, all'epoca, fossero state di moda le attuali bischerate sulla privacy; non si sarebbe mai saputo che la targa, FI 81996, riporta a qualcosa tra il luglio e il novembre del 1955. La foto, ripeto, dev'essere di qualche anno dopo. Nulla è dato invece sapere sulla motocicletta, ma chissà che qualcuno degli infallibili occhi di lince che popolano il TB non la riconosca.

Non resta che augurarsi che la Fiat 1400, parcheggiata sotto la casa di Amerigo Vespucci, abbia navigato a lungo (evitando magari di farlo verso il novembre del 1966). Navigato parecchio, di sicuro, devono averlo fatto decine di migliaia di emigranti verso quell'America che prendeva nome da un peretolano; e anche, di sicuro, chissà quanti peretolani e fiorentini, spinti dalla fame e dalla mancanza di lavoro. Non andavano a esplorare, nella Mèrica. E, magari, se il Vespucci lo avesse saputo, sarebbe andato a farsi un giro in montagna.