sabato 18 ottobre 2014

La Vagabonda



Per fotografarla, è stata una delle (per fortuna rare) volte che m'è toccato quasi fa' a manahe; non con il proprietario -che fra l'altro non c'era e l'aveva piantata allegramente in mezzo di strada all'angolo fra via de' Serragli e via Sant'Agostino-, bensì con una tizia alla quale avevo chiesto gentilmente di spostarsi trenta secondi, e che invece ha avuto da ridire. E mal gliene incolse. Esaurita qui la scenetta tipicamente oltrarnesca, perché siamo pur sempre in Santo Spirito, passiamo all'autovettura, ché sarà parecchio meglio. E qui tocca per forza passare a uno stile very British.


Confesso di avere un gran debole per le vetture inglesi classicone, che più classiche 'un si pole; e beccare in Oltrarno una Rover P4 della serie 100 non è roba di tutti i giorni, e nemmeno di tutti i mesi e di tutti gli anni. Con la sua brava targa di His Royal Highness, delle condizioni che ci devono aver passato il Politreggia sopra per quindici giorni di fila, e quel senso di agiata Middle Class che è l'esatto contrario di quel che sono, ma che a volte mi diverto a farmi piacere per il mio innato spirito di contraddizione.


La Rover P4 nelle sue varie serie fu prodotta dal 1949 al 1962. Questo qui, ergo, potrebbe essere con tutta probabilità un esemplare degli anni '50. Dalle targhe inglesi non si è mai ricavato nulla; avranno probabilmente una loro logica, ma non solo non ci ho mai capito nulla, ma mi sono sempre rifiutato di capirci qualcosa e le ho sempre considerate accozzaglie di numeri e di lettere messe a caso.



Giunti a questo punto della narrazïone, vi potreste forse chiedere il perché del titolo di questo post; l'autovettura, in effetti, ha tutto fuorché l'aria di una vagabonda. Il fatto è che tale è l'esatto significato di Rover: "Vagabondo, giramondo". Trattasi di sostantivo deverbale dal verbo to rove "vagare, errare"; indi per cui Land Rover, ad esempio, significa "colui che vaga per le campagne". Ritengo opportuno che il Treggista Militante® si chieda sempre il significato dei nomi delle autovetture, dato che sono spesso evocativi. Ci sono poi le interessanti coincidenze, come nel caso della Škoda: è sì il cognome del primo fabbricante, ma in ceco škoda vuol dire anche "danno", cosa che ben sapevano tutti i possessori del vecchio modello stile realismo socialista e che si ritrovavano, appunto, un danno su quattro ruote. Però costava poco e si diceva che "era robusta". Fine dell'excursus.


Terminando quindi con la nostra Vagabonda, che effettivamente deve aver vagato parecchio per ritrovarsi sulle strisce pedonali in via de' Serragli (vorrei vedere se lo facesse in Regent Street...), non si può non appiopparle qualcosa che parla di vagabondi errabondi. State quindi pronti ad ascoltare qualcosa di speciale, perché vi sto per ammannire nientepopodimeno che una poesia di Lord Byron intitolata, appunto, So We'll Go No More a-Roving ("E così non andrem più errando", scritta dal grande poeta il 28 febbraio 1817) e in seguito, ma parecchio in seguito, messa in musica e interpretata da Joan Baez:


Naturalmente non è questo l'augurio che formuliamo alla nostra British Treggia; che continui, anzi, a errare, a vagabondare e a girare il mondo facendo pernacchie alle Smart, ai SUV, alle finte Mini modajuole e alle ancor più finte 500 di Marchionne.