martedì 26 novembre 2013

Genova, luglio



Dov'eran finite le tregge genovesi? Qualcuno magari se lo sarà chiesto, in primis il povero Fabrizio, che me ne ha mandate letteralmente a centinaja con CD interi speditimi per posta. Non so che dire, sinceramente; non ci sono scuse e pretesti di sorta. Non seguo regole, nemmeno per le tregge; le regole mi hanno sempre fatto venire una forma non lieve di allergia, maggiore di quella che ho al pelo dei gatti siamesi. Così, una gelida notte di novembre, con l'ondata di freddo "Attila" alle porte, ecco che torno a Genova; in luglio, però. Il venti di luglio, per l'esattezza. Cosa ci facevo a Genova il venti di luglio ve lo dirò nel prossimo post, anche se forse si può intuire.

Per ricominciare con le Tregge genovesi, però, stavolta mi concedo un paio di "exploits" personali. Niente di paragonabile a quel che mi ha mandato Fabrizio, naturalmente; ripeterò sempre che con le sue Tregge genovesi si potrebbe riempire un altro blog, e non esagero. Però, se mi capita di venire a Genova, città treggistica come pochissime altre, sto sempre in campana. Infatti. Detto, fatto.


Nell'assolato pomeriggio genovese, che ben presto si sarebbe sciolto in un temporalone clamoroso, io e la Piasintëina ci aggiravamo per il quartiere della Foce cercando un genovese che ci districasse la vita in mezzo ai micidiali sensi unici della zona. Chi meglio di un benzinaio? Talmente meglio, che abbiamo ovviamente trovato un benzinaio macedone delle parti di Skopje, che conosceva Genova come io conosco Montevideo. In compenso, però, la regola del benzinajo non si è smentita neppure nella Superba: benzinaio che vai, treggia che trovi. Questa era una stazione IP, ed eccovi la "Treggia IP", vale a dire un'azzurrissima Toyota 4WD del 1980.


Si è trattato della mia prima treggia automobilistica genovese personale; vero è pur che a Genova ora non vo spesso, dopo averla frequentata a lungo in passato (e piccandomi sempre di saperla più o meno girare, cosa del tutto falsa!), ma fino a quel venti di luglio avevo "raccattato" soltanto una Vespa nel vico Palla. Esordisco ora ner màggico mondo delle tregge genovesi, e dove? Ma da un benzinaio, naturalmente. A Genova, in fondo, non ho mai cessato di sentirmi chez moi, è l'unico posto al di fuori dalla Toscana che mi fa quest'effetto, assieme un po' a Roma. E come dal famoso benzinaio delle Due Strade sulla Senese, per pigliare la foto di retro ho dovuto fare delle acrobazie botaniche; un giorno o l'altro, lo so, troverò una terribile pianta carnivora che mi sgranocchierà.