lunedì 21 ottobre 2013

Sulla testa dei re




O Gentiluomini! Il tempo della vita è breve!, scriveva qualche tempo fa un barbaro non privo d'ingegno, concludendo poi che Siamo nati per marciare sulla testa dei re. Era sicuramente inglese, quel tizio, e non vedo quindi perché, ogni volta che si nomina un inglese, lo si debba chiamare un suddito di sua maestà britannica. Ad esempio, sono ragionevolmente certo che chi va in giro con una "cosa" del genere, sia ben lungi dall'essere assimilabile ai Windsor e ai cretini planetari che sbavano dietro alle loro vicende, alle loro figliate e ai royal babies di merda, e sia invece piuttosto incline a marciare sulla testa (di cazzo) dei re, possibilmente con questo meraviglioso mastodonte che sembra uscito fuori diritto da un film di Ken Loach (si pensi agli scassati furgoni proletari e disoccupati di Piovono pietre).


Siamo ancora a Volterra lo scorso mese di agosto, e nel medesimo parcheggio a' pie' delle mura che si è rivelato una treggiaja in piena regola, e di prima categoria. Quando ho visto questo "coso" qua con la targa britannica, ripresomi un po' dopo l'iniziale stupore dovuto anche alle sue dimensioni da rimorchiatore, mi son dimenticato immediatamente della mia scarsa propensione verso i camper; questa cosa qui va oltre il camper. E' un appartamento proletario degli slums di Liverpool o della periferia degradata di Newcastle-Upon-Tyne messo su quattro ruote. Doveva essere, in origine, una specie di autobus urbano su base Mercedes 410 (o comunque un mezzo di trasporto pubblico, esattamente della linea 25E di chissaddove) dismesso e poi rimesso a mobilhome utilizzando discariche, rottami, pezzacci di risulta e Iddio solo sa cos'altro; poi, manacce di pittura verde militare, abbondante legname, un pannello sul quale i ragazzi si devono essere divertiti a tirare barattolate di vernice avanzata (si veda la seconda foto dall'alto) e un serbatojo dell'acqua che sembra sbarbato da una raffineria. Sul retro, una cinghia elastica tiene non si sa cosa, ma sembra decisamente che tenga insieme l'intero automezzo sul punto di aprirsi come un cocomero. Indimenticabile. Chi ha concepito una cosa del genere, e si parte dall'Inghilterra per arrivare fino a Volterra (che fa pure la rima), marcia a mio parere sulla testa dei re. Oltre, naturalmente, a suscitare l'ipotesi che ci abiti dentro e ci vada in giro per il vasto mondo; le sue dimensioni, va detto, equivalgono perfettamente a quelle di un monolocale. Sospetto che quello dove vivo io sia suppergiù uguale, se non più piccolo.


Dalla foto sopra appare ancor più chiaro l'aspetto da carrarmato del mezzo; un'altra cinghia elastica sembra tenere assieme i pannelli laterali. Naturalmente, essendo una casa, ci ha bisogno anche di un po' di arredo:


 La cosa merita un ingrandimento (cliccare sopra):


Si notano: un'intera tapparella in legno arrotolata con cura e di dimensioni sufficienti per coprire la vetrata di una chiesa parrocchiale del Sussex, svariate palle da tennis, un veliero in legno con tanto di piedistallino, una collezione di conchiglie che sembra un museo di malacologia, un paio di occhialacci lasciati sopra una cartina rigorosamente bisunta e, in ultimo, un recipiente di plastica qualsiasi, sicuramente multiuso. Amo chiunque abbia fatto una cosa del genere.

Stavo già sognando di investire con questo mezzo tutta la famiglia reale britannica (e non certamente a Pavìgi ma a un incrociaccio del West End) e di proclamare immediatamente la Repubblica provvedendo anche all'immediata impiccagione di tutti gli inviati speciali che ci tengono aggiornati sulle vicende di quei regali coglioni, quando sono stato riportato alla realtà dal bollore immane che faceva quel giorno, e anche dalla scalinata altrettanto immane che mi aspettava per salir su all'Etrusca Volterra. Ma resta il fatto che marciare sulla testa dei re con un mezzo del genere è cosa degna. Dopo avere spiaccicato William e Kate, sarei anche disposto a mettere sulla fiancata un'immagine di San Crispino. Potrei risparmiare solo Camilla, a condizione però che vada sposa a un muratore settantaduenne di Barletta.