lunedì 28 ottobre 2013

Macerata (nell'invidia)




Le invidie de' Treggisti Militanti®, intendiamoci, le son tutte bòne. Tanto più da quando giro con la Plog (che si vede bene nella prima foto), che è di per sé una treggia di quelle majuscole; sono invidie positive, naturalmente frammiste alla felicità (inspiegabile per i non-treggisti) di aver beccato in giro normalmente, un bellissimo sabato settembrino appena fuori Firenze, una vettura del genere. A chi per caso non la conoscesse, presento la Lancia Fulvia Sport S carrozzata Zagato (motivo per cui, da quasi tutti è detta la "Fulvia Zagato"). L'esemplare maceratese reca un'immatricolazione del 1978 e una bella "targa quadrata farlocca", in questo caso però del tutto giustificabile perché quella originale sarebbe stata arancionera, un vero obbrobrio su una vettura del genere. Da ricordare che la produzione della Fulvia Zagato cessò in realtà nel 1972 dopo che, nelle varie versioni, ne erano stati prodotti 6183 esemplari.

 6183 non sono tanti. E' una vettura, davvero, che non si vede comunemente. Infatti, quando mi ha superato sulla provinciale, ho tirato le classiche madonne del Treggista, perché la Plog a GPL è maestosamente lenta, oltre che scarburata all'inverosimile (io, però, ci so andare sulle macchine scarburate perché sono sempre state la mia normalità). Mai mi sarei potuto sognare un inseguimento a quel bolide; la sorte ha voluto, però, che dopo pochi metri si fermasse per aspettare degli amici rimasti 'ndrèo. E, allora, il Treggista è scattato come una molla.

La Fulvia Zagato era stata disegnata da Ercole Spada ed era stata lanciata nel 1965. Curiosamente, nonostante recasse la dicitura di "Sport", non ebbe alcuna carriera sportiva. Era inadatta ai rallies (a differenza della Fulvia Coupé di Castagnero, che nei rallies vinse tutto) a causa della monoscocca; sarebbe stata adattissima alle corse in pista, ma allora la Lancia non vi partecipava. Rimase quindi una "sport" solo nel nome, a parte qualche esemplare di scuderie private che vennero fatti correre in circuito.

Ciò non toglie nulla, ovviamente, alla sana invidia di chi vede qualcuno mordere la strada su una di esse. Ivi compreso il sottoscritto che, probabilmente, avrebbe qualche difficoltà a entrarci dentro.