mercoledì 5 giugno 2013

Per tornare sottocasa



Non lasciatevi ingannare dal paesaggio della stradina bucolico-antica: anche qui siamo sottocasa, all'Isolotto. L'Isolotto è uno strano quartiere dove convivono gran verde pubblico, palazzoni e pezzi di superstiti e vecchissimi sobborghi. Qui siamo, forse, nella più bella strada di tutto il quartiere: una via che risponde al curioso nome di Via del Palazzo dei Diavoli. E poiché, per un suo bel tratto, corre parallela ad un'altra via che si chiama "Torcicoda", si possono fare strani accostamenti, tipo torcere la coda ai diavoli...insomma, toponomastica molto particolare.

In questi ultimi tempi, via del Palazzo dei Diavoli me la sto facendo parecchie volte a fettoni, e non è una cosa automatica. La strada comincia all'incrocio tra via Bronzino e via Antonio del Pollaiolo e va avanti fino in pieno Isolotto, per quasi tre chilometri; e sono tre chilometri sorprendenti, tra vecchie case, l'oratorio rinascimentale, giardini segreti e odor di pasta di pane. Chi pensa all'Isolotto come a un "quartiere dormitorio" o roba del genere, si vede che non ci abita, e anche che non sa vivere i quartieri. Sottocasa, e non soltanto per le tregge, bisogna andarci con l'animo di un esploratore urbano; in vita mia non me ne è mai importato nulla di andare a esplorare posti a cinquecentomila chilometri di distanza, quando a cinquecento metri ho tutto quel che mi serve per esercitare l'ardua arte della curiosità inesauribile. Gambe in spalla, e via!

Finora, però, questa satanica via non aveva mai prodotto nulla in termini treggistici, e parecchio me ne crucciavo. Arriverà il suo momento, ne sono certo; nel frattempo, ci si contenta di questo candido Käfer del 1973, aspettando il botto dei Diavoli. Chissà: forse, diabolicamente, uno dei suoi giardini nasconde la treggia del secolo...