martedì 5 febbraio 2013

Evviva lo sport!





E torniamo un po' alle tregge carrarine con questo non comune esemplare di Fiat 127 Sport del 1982, trovato a dire il vero in piena SS1 Aurelia; da dire immediatamente che si conferma anche qui una speciale tendenza delle tregge apuane: quella di recare tutte le targhe d'Italia, fuorché di Massa Carrara. La sigla MS sembra riservata a qualche Vespa; per quanto riguarda le autovetture, nulla da fare. Ogni volta che mi reco in zona, che è treggisticamente molto ben messa e interessante, la ricerca della treggia apuana "originale" si rivela infruttuosa; ovviamente andrà a finire che la treggia targata MS la troverò, un giorno, a Milano o a Rieti, vattelappesca. 

Comunque ammiriamo questa 127 "Sport" cuneese, che dalla provincia granda se n'è venuta a svernare tra il mare e le altissime montagne di marmo; scelta più che condivisibile, che permette un po' di parlare anche del famoso "Sport" appiccicato a non poche autovetture, non soltanto Fiat. Il criterio per cui un modello normale diveniva "sportivo" è, in alcuni casi, chiarissimo: c'è una grossa differenza, ad esempio, tra una Fiat 124 berlina e una Fiat 124 Sport, che è un coupé firmato Pininfarina e una vettura totalmente diversa (e forse la più bella mai prodotta dalla Fiat). In altri casi il criterio sembra essere più evanescente, per non dire abbastanza a presa per il culo: una mascherina un po' diversa, qualche striscia laterale e una motorizzazione con qualche centimetro cubo in più (la 127 Sport aveva una cilindrata di 1050 cc3 rispetto ai 903 del modello standard), e lo "sport" era bell'e fatto. Un po' d'aspetto esteriore e un po' di motore, insomma; e chissà che meravigliose prestazioni sportive ci andava a fare chi la comprava (spendendo qualche soldarello in più, va da sé). 

Vi era però una differenza più sottile da analizzare. I modelli "sport" non avevano mai le quattro porte laterali. Lo "sport" doveva esser fatto a due portiere: il presupposto "pilota" e il "passeggero" (o "navigatore"), mentre le quattro porte erano, ovviamente, riservate alla "famiglia" (nella classica disposizione: padre capofamiglia alla guida, madre a fianco come nel talamo nuziale e, dietro, o i due figli oppure il nonno e la nonna). Anche per questo valeva l'equazione "sport = giovane": le due portiere erano intese per un utente che ancora non teneva famiglia. Insomma, torno a dire che anche osservando una macchina si possono capire parecchie cose della società dove si vive.