mercoledì 30 gennaio 2013

La vendetta del Treggia's River




Se c'è, a Firenze, un corso d'acqua che potrebbe definirsi la treggia de' fiumi, questo è senz'altro il Terzolle, o Rio Freddo (è lui che ha dato nome al quartiere di Rifredi). Un po' perché, come fiume a regime torrentizio, è veramente un nonsoccosa e d'estate praticamente scompare; a quanto mi risulta, prima di affluire nel Mugnone, è l'unico torrente (ricordo che il latino torrens significa alla lettera "che si secca", ed è parente stretto di torrefazione, torrido eccetera) che fa una cascatella davanti a un obitorio e poi attraversa un policlinico intero. Un po', però, anche perché più a monte, nella piccola gola di Serpiolle, passa letteralmente sopra una stradina, via del Mulino, che è una delle più famose treggiaje di Firenze (specializzata in Cinquini). Di via del Mulino (e dell'attigua e impervia Via Nuova del Mulino) ho parlato parecchie volte: posti quasi dimenticati da Dio, da dove passo quindi più che volentieri anche perché si trovano su un "percorso di lavoro" che faccio praticamente ogni giorno. 

Ogni tanto, però, il Terzolle si risveglia; in particolare, lo scorso 1° dicembre, dopo un furibondo nubifragio che ha allagato mezza Firenze, era nelle condizioni che si vedono nella foto sopra. E non c'è da scherzare, perché nella sua complicata storia (prima sfociava in Arno, poi il corso fu deviato nel Mugnone), il Terzolle è andato di fuori parecchie volte, come ogni fiume che si rispetti a Firenze. E non crediate che siano cose lontane: l'ultima volta è successo a fine ottobre del 1992, la cosiddetta "Alluvione di Rifredi". E il primo dicembre 2012 la cosa ha rischiato di ripetersi a vent'anni esatti di distanza. Naturalmente, con un ottimo tempismo, io mi trovavo da quelle parti; e ho rischiato letteralmente di essere portato via dalla piena. La vendetta del Treggia's River si stava materializzando.




Certo, che per un Treggista Militante® sarebbe stata veramente una sorta di "fine sul campo di battaglia": portato via con tutto un furgone dalla piena del Terzolle. Mica il Rio delle Amazzoni e nemmeno l'Arno; una fine nelle amate periferie dimenticate, cercando di guadare via del Mulino (cosa che, peraltro, ho fatto parecchie volte). Sì, perché in via del Mulino non c'è mica nessun ponte; quando il Terzolle le passa sopra, si tira a diritto con l'acqua a mezze ruote. Quel giorno là, mi sono fermato in tempo e ho voltato il culo, sennò addio Treggista. Una cosa davvero mai vista, almeno da me. E dire che i luoghi sono a brevissima distanza da quelli dei famosi Caporniani, e che sarei stato depositato dal fiume direttamente all'obitorio: dal produttore al consumatore!