mercoledì 2 gennaio 2013

La Balilla Magnagatti



A differenza del vostro Treggista Preferito®, Mark B. frequenta assiduamente gli autoraduni storici, e gli autoraduni storici a Firenze fanno per forza sosta al Piazzale Michelangelo. Oddio, forse se uno facesse putacaso sosta in piazza dell'Isolotto, magari una capatina ce la farei anch'io; ma è piazza decisamente troppo plebea per simili eleganti Signore. 

Così, per vedere una classica Balilla bisogna andare al Piazzale; stavolta il nostro Mark ce ne propone un esemplare vicentino con targa, però, del 1958; antica sì, ma non abbastanza per essere originale di una Fiat 508 palesemente di una ventina e spara d'anni prima. Un vecchissimo esempio di reimmatricolazione, quindi; nulla di cui stupirsi. Le macchine venivano ritargate anche nel 1958. Da qualche parte, peraltro, la Balilla in questione ci dovrà avere avuto il pataccone ASI o Registro Fiat indicante l'anno di fabbricazione; ma dalle foto non compare (e, francamente, non me ne dispiace più di tanto).

Quando entra in ballo Vicenza, è quasi d'obbligo tirar fuori la storia dei gatti derivata dalla famosa strofetta veneta dove vengono enunciate tutte le caratteristiche delle varie città della regione. E' così che i vicentini, da tempo immemorabile, si son visti affibbiare l'etichetta di cucinieri e mangiatori di domestici felini (tant'è vero che il micione Redelnoir, vedendomi scrivere questo post, ha pensato bene di alzarsi dal letto dove ronfava e precipitarsi in cortile senza nemmeno passare dalla ciotola). Eppure, Vicenza è famosa culinariamente per il baccalà; ma è duro liberarsi dall'accusa di servire in tavola i nostri amici miagolanti. Però io non ci ho mai creduto, vorrei dirlo a chiare lettere.