martedì 23 ottobre 2012

Carrelba '12 (23) - Il mito salmon-cimiteriale




Siamo così giunti alla fine delle tregge elbane dell'estate 2012; un'estate elbana che, come avete visto, ha "prodotto" più d'ogni altra e che ha tenuto il TB impegnato per quasi due mesi, pur con tutte le sue "pause" di prammatica. E questa cosa qui, pur non essendo cronologicamente tale, me la sono volutamente tenuta per ultima, a simbolo dell'estate intera. Una vettura del genere la si vede probabilmente una volta sola nella vita, del resto; tant'è vero che, de iure, passa direttamente nel logo del blog (ma, per salvaguardare i vecchi loghi, è stata istituita un'apposita categoria).

Il luogo dove è stata fotografata questa Fiat 600 Jolly Ghia dal color salmone assolutamente stupendo e indimenticabile è del tutto particolare; si tratta infatti del cimitero comunale di Marina di Campo. Un luogo che, per il sottoscritto, ha un significato di non poco conto: vi sta a dormire, infatti, buona parte della mia famiglia (compresa mia nonna), nonché un'altra caterva di parenti vicini e lontani, ed anche non so quante persone del paese che ho conosciuto bene. Vi potreste chiedere: d'accordo, ma com'è che sei andato a rifinire al cimitero per fotografare la 600 cabriolet?




Presto detto. Le foto sopra, infatti, testimoniano del più classico degli inseguimenti treggistici. L'inseguimento treggistico è una manovra aleatoria e rischiosa, che si effettua soltanto in casi rari che lo giustifichino; ma, ditemi voi, se non lo giustificava questo. Me la sono vista spuntare davanti ad un incrocio, una tarda sera in cui ero dovuto andare in farmacia; e non ho avuto dubbi. Via dietro. Per fortuna c'era con me la Piasintëina pronta a fotografare, e sicuramente ha fatto miracoli.

La cosa, però, ha preso un andamento inaspettato quando mi sono accorto, con autentiche grida di giubilo, che la vettura aveva preso, ebbene sí, la strada del cimitero. Forse giubilare in presenza di un camposanto non è molto elegante, però, per il Treggista Militante® impegnato ad inseguire una vettura del genere ed esperto nativo del posto, è un autentico colpo gobbo. La strada del cimitero, infatti, finisce lì. Senza uscita. Cul-de-sac. Blind alley. A meno che uno non entri nel cimitero direttamente con la macchina, si deve fermare. Infatti. E, una volta fermatosi, il conducente e proprietario di questa meraviglia ha dovuto prima ingoiare tutta la consueta storia del TB "concentrata" (mi premuro sempre di rassicurare l'oggetto di un inseguimento del genere, quasi 2 km, che non sono un malintenzionato) e poi mi ha fornito gentilmente tutta una serie di preziose informazioni sul suo Mito Salmonato.



Si tratta di una Fiat 600 reimmatricolata nel 1971, ma originariamente del 1962.  In pratica, la sua targa originale (che pure era romana) sarebbe stata compresa tra Roma 499286 e Roma 580695. La modifica "cabrio" era stata affidata dalla Fiat, nel 1958, al famoso carrozziere Ghia: era nata la 600 Jolly, con il preciso intento di farne una specie di giocattolino per ricconi: il suo uso originario, infatti, era quello di accessorio "terrestre" per gli spostamenti a terra dei superyachts (che, allora, in Italia si chiamavano ancora pànfili) dei miliardari. Una specie di "tender" a terra, insomma, equipaggiato di tettino parasole (spesso frangiato, e parecchio leggiadro) e di sedili in vimini:



La 600 Jolly ebbe, a modo suo, un gran successo presso il "suo" pubblico: insomma, come l'utilitaria che motorizzò l'Italia assieme alla 500 fu trasformata in un elegantissimo gadgettino per super-ricchi. Se ne comprò un paio pure Αριστοτέλης Ωνάσης (questa la grafia originale di Aristotele Onassis) per il suo yacht di 3000 metri o giù di lì; tra il 1958 e il 1962, la comunità municipale dell'esclusiva isola di Catalina, al largo di Los Angeles, ne acquistò 32 in funzione di taxi per gli ospiti (sull'isola era ed è vietato il traffico automobilistico privato).


Una delle 600 Jolly usate come taxi sull'isola di Catalina.

La 600 Jolly ebbe una produzione limitatissima e costava il triplo di una 600 normale. Come informa l'edizione inglese di Wikipedia, attualmente ne rimangono in circolazione meno di un centinaio di esemplari, ognuno dei quali è un "pezzo unico". Meno di un centinaio al mondo. E uno l'ha beccato il vostro Treggista Preferito® una sera d'estate a Marina di Campo, Isola d'Elba, inseguendolo fino al cimitero. Ora siete convinti che ne valeva la pena?