venerdì 6 aprile 2012

La Settimana Treggistica



La treggia, la conoscete di già: fedele ne' secoli, è questa, che continua imperterrita a solcare le gloriose strade e piazze dell'Isolotto. Stavolta, però, la ripetizione è dovuta ad un particolare che, la prima volta, mi era sfuggito. Esattamente questo:

Da appassionato secolare di parole crociate, rebus e giochi enigmistici vari quale sono, ho provato qualcosa di abbastanza simile alla commozione. Ora, è piuttosto frequente che si tenga in macchina una Settimana Enigmistica, magari per ingannare le attese parcheggiati in doppia fila o aspettando la moglie al supermercato; ma tenercene una di diciott'anni fa non è roba di tutti i giorni. Pratico esempio di risparmio: il proprietario della 1100 si sta facendo bastare il n° 3266 della Settimana Enigmistica, che a un rapido calcolo risale al 1994. Per gli aficionados della mitica rivista (che è il settimanale di enigmistica più antico del mondo: il primo numero comparve nelle edicole il 23 gennaio 1932!) è davvero un tuffo nel passato: il fascicolo è anteriore alla "riforma grafica" (l'unica subita in ottant'anni di vita) che intervenne a partire dal numero 3307 del 7 luglio 1995. La cosa è tanto più rimarchevole, perché di solito la Settimana Enigmistica è una rivista che viene buttata via una volta fatti i giochi (*); qui, invece, questa autentica Treggia enigmistica (per la quale è d'uopo una categoria apposita) resiste ostinata a bordo di una treggia automobilistica in piena regola. E non credo che questa sia una cosa, per dirla con il famoso slogan del grand'uff. cav. ing. lup. mann. Giorgio Sisini, conte di Sant'Andrea, che possa vantare 205 tentativi di imitazione.

(*) Se un po' avete imparato a conoscere il vostro Treggista Preferito® da quel che va scrivendo, non vi stupirete di sapere che il sottoscritto, invece, tiene tutti i numeri che compra, anche quelli completati. E li completo sul serio: dall'ultimo gioco di pagina 46 via via a risalire. Ho tenuto anche le Settimane Enigmistiche "di famiglia", dato che è una passione attaccatami da mio padre fin da piccolo: così, ho in casa, gelosamente custoditi, numeri del 1949 e degli anni '50 e '60. Forse sono addirittura una rarità.