venerdì 20 aprile 2012

Illenisti. L'universo del Marco Polo (7 - fine)


34. Libretto di circolazione

RIASSUNTO DELLE PARTI PRECEDENTI. Il "Marco Polo" è un furgone Fiat Iveco Daily del 1985 parcheggiato in una strada di Genova. I suoi proprietari, i signori Cannata Salvatore e Franco (inventori e ricercatori, costruttori di città e Illenisti), sottoposti a continue minacce e vessazioni da parte del vicinato e costretti a loro volta a forme estreme di autodifesa, vi tengono in realtà oscuri e sfuggenti rituali magico-sciamanici. Il "Marco Polo" come porta d'ingresso a un universo parallelo? Le cose sembrano apparire sempre più chiare. Tra profonde considerazioni filosofiche, gli Illenisti cominciano col mostrare la loro superiore tecnologia proponendo ciò che sembra un sistema di frenatura e segnalazione di manovra; ma il mistero più fitto aleggia su quell'angolo di Genova occupato dal "Marco Polo". Comincia agghiacciantemente a diradarsi un po' coi precisi riferimenti alla pratica del "quipu" incaico e, soprattutto, con la fusione del motore che prefigura un guasto avvenuto ad un mezzo intersiderale di alieni ostili, che hanno così stabilito a Genova una testa di ponte: la somiglianza decisa degli Illenisti con gli esseri del ciclo di Cthulhu lovecraftiano pone scenari più che inquietanti. Gli Illenisti, bloccati sul pianeta Terra, propugnano la costruzione di un avveniristico ponte sullo stretto di Messina per servirsene come base per la futura invasione; messaggi di avvertimento ai capi di stato mondiali, al presidente Obama e a Silvio Berlusconi. Dopo un accorato appello al rispetto del giuramento di Socrate da parte di medici, giudici e avvocati, gli Illenisti svelano finalmente da dove partirà l'invasione aliena del pianeta Terra: si tratta della località siciliana di Vallelunga Pratameno (CL), vera e propria "porta d'ingresso" cosmica a misteri che non si possono dire. Tra Scilla e Cariddi si preparano tempi molto, ma molto duri? Può darsi, ma la passione dichiarata degli Illenisti per il vino e l'uva fragola apre scenari diversi: potremmo trovarci di fronti a dei semplici briachi fradici, oppure, volendo, a degli alieni che hanno constatato come sulla terra invadenda non tutto sia proprio da buttare.

Giunti quasi alla fine di questa inquietante cavalcata nell'universo alieno-illenista del "Marco Polo", che ha tenuto occupato il TB per diverso tempo, non possiamo fare a meno di dire che le ipotesi che si affacciano agli occhi dell'umanità sono molteplici, e tutte non rassicuranti. Che cosa veramente si nasconderà in quell'automezzo parcheggiato da chissà quanto tempo in una strada genovese? Gli abitanti della zona sono veramente consci del pericolo? Sembra che gli Illenisti abbiano intuito queste preoccupazioni del vicinato, affiggendo sul MP nientepopodimento che l'intero libretto di circolazione, con tanto di nomi, cognomi e indirizzi. A che cosa serva un "libretto di circolazione" per un automezzo che sta fermo, Dio (o Cthulhu) solo lo sa; ma tant'è. E così veniamo a sapere che i funzionari della motorizzazione civile sbagliano tranquillamente i luoghi di nascita, confondendo allegramente Genova con Capodistria (tanto il mare c'è lo stesso...) e tirandoci sopra un bel tratto di penna assai hi-tech e computerizzato. Di fronte a queste cose, seppur banali, si capisce come mai gli Alieni ci stiano per invadere da Vallelunga Pratameno. E' il minimo che possiamo aspettarci. Ma il libretto ci riserva un'altra cosa ben più allarmante.

Si viene infatti a sapere che il proprietario attuale è tale signora Costa Carmela (è pur vero che la mitologia di Cthulhu e degli "Old Ones" di HPL non contempla figure femminili -insomma, non c'è nessuna Cthulhuessa o nessuna Yogga Sothotha), ma questo non significa poi molto. Pur essendosi sposato, Lovecraft era un noto misogino (e misantropo, in generale), e quindi l'esclusione del femminile dal suo "universo" non deve stupire più di tanto. I nostri Illenisti, invece, sembrano regolarmente ammogliati; e, guarda caso, uno di loro deve avere sposato una Costa. E, all'improvviso, la terribile verità si fa strada:


35. Altro che Schettino!

Insomma, avrete visto tutti. Ebbene sí: sul "Marco Polo" degli Illenisti è, da tempo forse immemorabile, presente un'immagine della Costa Concordia, assieme alla sua "gemella" Costa Serena!

I polsi del treggista tremano nel vergare queste righe finali, e a nulla vale l'avviso Illenista che intenderebbe rassicurare la popolazione con presunte "video sorveglianze". Il misterioso veicolo, di proprietà di tale Costa, reca una precisa immagine della sventurata nave incagliatasi il 13 gennaio scorso davanti all'Isola del Giglio (che, notoriamente, si trova sulla direttrice che unisce Rennes-les-Châteaux a Tenochtitlán passando per la piramide di Cheope e Stonehenge). Altro che comandante Schettino, altro che bella ballerina moldava, altro che torni a bordo cazzo! Il naufragio della Costa Concordia è stato un avvertimento degli Illenisti all'umanità, già presente da anni appiccicato sul Marco Polo. Il destino della povera nave e dei suoi disgraziati passeggeri era segnato, e nulla è valso persino l'intervento di Padre Pio! Il segnale era d'altronde chiarissimo: l'immagine è sistemata proprio sotto il "sistema di frenatura" sotto le diciture RALLENTO - STOP. E uno stop definitivo è stato dato al transatlantico!

Con questa addiacciante notizia chiudo questo lungo reportage treggio-illenista. Il "Marco Polo" è ancora là. Quali e quanti segreti nasconderà ancora? Che cosa dobbiamo davvero aspettarci? Fabrizio, sicuramente, sprezzante del pericolo non mancherà di aggiornarci. Nel frattempo chiudiamo in preda sí a una compensibile angoscia, ma anche fiduciosi che il genere umano saprà premunirsi. Gli Illenisti sembrano invincibili, ma siamo soltanto agli inizi!

(Fine)