venerdì 23 marzo 2012

In partenza!


Dopo qualcosa come sette mesi, torno a Piacenza per qualche giorno. Di mezzo, come qualcuno sa, c'è stato un certo accidente (in tutti i sensi!) e, in più, la presenza del gatto nero Redelnoir nella sua prima infanzia mi ha sconsigliato di assentarmi. Ora che dall'accidente sembro essermi ripreso (con la doverosa hand on my balls, o mano sobre los cojones che dir si voglia) e che Redelnoir è diventato un gattone pienamente autosufficiente che va e che viene a piacimento suo (nonché indefesso killer di topi, piccioni e merli), si può tornare in riva al Trebbia dalla Piasintëina. Per un fine settimana sarà il Trebbia's Blog, insomma!

Logico che, in questi mesi, le Tregge Piacentine non siano andate avanti. Contando in questi giorni di rimpinguare la categoria, devo però dire che ci ha pensato abbondantemente, in questi ultimi tempi, il buon Mark B. Ne sa una, e anche due, più del diavolo: non solo ha fotografato il machinae omnes di Firenze e della Toscana con migliaia di immagini, ma ha anche degli "agenti" che gli mandano meraviglie dalle loro rispettive città. Piacenza compresa. E, così, negli ultimi due mesi mi sono visto letteralmente sommergere dall'intera storia automobilistica piacentina raccontata per immagini. Anche se in questa foto, dove campeggia l'ingresso di una metropolitana, a Piacenza non siamo di sicuro. Di sicuro c'è però che questa è la targa n° 562 di tutta Piacenza, e che la vettura a cui è applicata è -come recita il pataccone storico- una Fiat 501 del 1923.

La Fiat 501, di derivazione militare e prodotta a partire dal 1918, fu progettata e prodotta in risposta alla famosa Ford modello T, che stava per invadere il mercato europeo. Maggiormente rispondente al gusto italico e del vecchio continente, fu la vettura -come si legge nell'articolo vichipediano- che "evitò agli italiani di rassegnarsi a viaggiare sulla macchina di Ridolini". Ne furono venduti 45.000 esemplari nelle varie versioni, una cifra più che ragguardevole per l'epoca; tra queste versioni si ricorda particolarmente la Torpedo, di cui quello raffigurato è peraltro un esemplare. Una Torpedo rossa e non blu, ma c'è qualcuno che ancora continua a andare a prenderci la sua bella. Pòti pòti!