lunedì 22 agosto 2011

Al cassuné piasintëin (including a modest proposal)




Premessa. Non so esattamente se, in piacentino, "cassonato" si dica davvero "cassuné"; pur possedendo un ponderoso dizionario piacentino detto "La Luisona" (come la famosa pasta del 1959 conservata nel Bar Sport di Stefano Benni, dato che quando l'ho comprato alla Libreria Romagnosi di Piacenza doveva giacere lì da una trentina d'anni e quando l'ho portato via le commesse avevano le lacrime agli occhi), del termine "cassonato" non v'è traccia e sono stato quindi costretto a inventare di sana pianta. Chissà se ci ho dato; però mi rassicura il fatto di poter essere facilmente e rapidamente corretto.
Come tutti sanno, con la recentissima manovra sanguinaria finanziaria che il governo sta per varare per far fronte alla crisi è prevista anche l'abolizione di un bel numero di province, tra le quali Piacenza. Il qui presente è arciconvinto che non se ne farà di un bel niente; non è questione di razionalizzazione o di risparmi. In Italia, paese di campanili e di localismi esasperati, una provincia è qualcosa che va ben al di là delle semplici questioni amministrative. Ma anche se si volesse abolirle, eliminarne soltanto alcune è una cazzata che soltanto un governo di dementi come quello che abbiamo ora poteva concepire. Le si aboliscano allora tutte, lasciandole soltanto come distretti automobilistici (come in Germania) e possibilmente ripristinando le vecchie targhe con le sigle e i numeri al posto delle funeste e noiosissime targhe alfanumeriche. Sono convinto che la cosa funzionerebbe a perfezione.

Insomma, perché privare il mondo di targhe che adornano un superbo esemplare di T2 Cassonato del 1977?