mercoledì 16 febbraio 2011

Dica Trentatré



Ma chi è quel giocatore che / ruba le gomme all'Alfa Trentatré? Forse qualcuno si ricorderà questo perfido slogan da stadio, diretto contro un noto giocatore di pallone; leggenda vuole che il di lui fratello si fosse fatto pizzicare dalla polizia mentre, appunto, rubava gli pneumatici ad una queste autovetture (o forse era un'altra, ma c'erano le esigenze di rima). Beh, comunque sia andata, quando ho incontrato quest'oramai vetusta Alfa 33 in un quartiere dell'estrema periferia sud fiorentina, mi sono guardato bene dal rubarle alcunché, a parte un paio di foto.

Prodotta negli stabilimenti di Pomigliano d'Arco, la 33 fu l' "erede" dell'Alfasud. Pochi sanno, almeno credo, che deve il suo nome a una bellissima fuoriserie sempre dell'Alfa Romeo, la 33 Stradale, che fu prodotta dal 1967 al 1969 in soli diciotto esemplari recensiti. Denominata "Stradale" per distinguerla dalla 33 Competizione, è tuttora considerata tra le più belle automobili di ogni tempo:


Un'Alfa Romeo 33 Stradale del 1967.

Tra le più belle, e anche tra le più care: costava quasi dieci milioni di lire nel suo periodo di produzione, quando una Ferrari ne costava circa sei milioni, una Jaguar 5 milioni e una Giulia 1.570.000 lire. Una macchina da paperoni, insomma; la sua "nipote" pomiglianese avrà ben più modeste pretese, che contribuiranno comunque a farne l'Alfa più venduta della storia (quasi un milione di esemplari).

La Trentatré è stata una presenza molto familiare sulle nostre strade degli anni '80; tuttora non è raro incontrarne esemplari in circolazione, ma specialmente della sua II generazione. Per quanto riguarda la I generazione, i reperimenti sono assai meno frequenti (e, infatti, questo è il primo in assoluto nel TB). Peraltro, la produzione della 33 iniziò nel 1983, e questo è proprio un esemplare di quell'anno.

Le Trentatré più vecchie ancora in circolazione hanno generalmente una caratteristica che me le rende simpatiche assai: sono delle vere tregge, scassate, sconquassate, sbrecciate, ammaccate, spesso prive della calandretta "alfista" anteriore (persa o assai poco cerimoniosamente asportata da qualcuno); eppure, se capita di sentirle accendere, il Boxer si sente eccome col suo inconfondibile rombo. Ho posseduto una 33 Station Wagon (poi miseramente finita, e con curiose vicissitudini, in quel di Ravenna), che ha segnato un periodo molto particolare della mia vita e di cui conservo ricordi, diciamo, agrodolci. Era targata, ohimé, Pisa; era scassata, sconquassata, sbrecciata, ammaccata, ma il suo grroarrrr ce lo ho ancora negli orecchi...