giovedì 8 luglio 2010

Sieg des Proletariats




Un certo residuo rispetto della prìvaci (sembra una litania: privacy signore di tutty i maly...) mi impedisce di testimoniare che alla guida di questo meraviglioso T2 cassonato del 1974 non c'era, no, né un appassionato né un Caporniano, ma proprio un autentico operaio. Uno che non ha ceduto al mezzo da lavoro postmoderno con il lettore di ciddì e il navigatore satellitare (obbrobrio!), ma che continua a andare a sudare e a guadagnarsi il pane per sé e per la famiglia a bordo di questa bellezza. È un residuo di vittoria del Proletariato in tempi grami. Chi si era fermato assieme a me per ammirare questo mezzo credeva che fosse targato Partito Democratico. L'operaio, maestoso nella sua tuta e con gli attrezzi del suo mestiere, ostentava una radiolina a pile tra i secchi e la forza serena dell'avvenire radioso. Il tutto in mezzo alle ville dell'opulento piazzale e dintorni. Ho salutato la partenza del mezzo con un pugno chiuso, cantando l'Internazionale in tedesco: Völker, hört die Signale, auf zum letzten Gefecht! Die Internationale erkämpft das Menschenrecht...! E pensare che l'unica volta che la avevo cantata prima, a squarciagola, in tedesco, era stata dopo una manifestazione antirazzista a Berna pisciando assieme ad uno sconosciuto nei cessi del centro sociale Reitschule...