lunedì 19 luglio 2010

Scuola Calcio Desolati




Questo post è interamente dedicato a Ionis 56 e a Harmonica.
Certo che, a vedere il furgone T3 di cui si serve, qualcuno potrebbe pensare che si tratti di una scuola calcio tenuta da qualcuno che è veramente...desolato di non potersene comprare uno più nuovo; poi, però, si cominciano a notare particolari interessanti. Primo fra tutto lo stemma della Fiorentina. Tutto questo, naturalmente, per chi non si interessa di pallone e per chi non fa il tifo per una data squadra. Chi invece si interessa, tifa Viola e ha già qualche annetto on the groppon, non potrà avere alcun dubbio: si tratta della (assai benemerita) scuola calcio di Claudio Desolati, vecchia gloria della Fiorentina degli anni '70. La Fiorentina "yè yè", la Fiorentina "operaia". Una Fiorentina, e una Firenze, che non ci sono più.


La Fiorentina operaia, già; è, infatti, figli di operai erano chi vi giocava. Claudio Desolati è nato a Genk, in Belgio, da una famiglia di minatori emigrati, il 24 gennaio 1955. Ci dicono le stringate biografie in rete che è cresciuto nelle giovanili del Genoa, e che con Roberto Pruzzo formava un micidiale tandem d'attacco (il "pallonese" è davvero uno dei più buffi linguaggi settoriali che esistano al mondo). Passò poi alla Fiorentina, dove esordì in prima squadra a 17 anni; di gol, in quella squadra di anni migliori anche se raramente andava più in là del nono o decimo posto, ne segnava parecchi. Tra i quali uno, rimasto famoso, ai Gobbacci luridi. A Firenze, chiunque segni un gol alla Merdentus rimane nel ricordo; c'è gente che non si scorderà mai di Osvaldo o di Papa Waigo.

Terminò la carriera nella Pistoiese e nel Foggia, Claudio Desolati. Poi ha scelto di tornare in quella che era diventata la sua città e di aprire una Scuola Calcio. Insegnare ai ragazzini a giocare a pallone. Ragazzini che, magari, diventeranno assai più facilmente lavoratori e, ora come ora, precari, piuttosto che campioni o anche giocatori di medio o basso livello; ma tutto ci può stare. In un suo post su Io non sono campione del mondo, lapidario e esatto, Harmonica deplora, dopo l'italica disfatta in Sudafrica, la scomparsa dei maestri di calcio. Claudio Desolati è ancora lì. Uno che non ha smobilitato. Niente panchine, tranne quella di un campetto di periferia dove sta coi suoi ragazzini. Un pezzo d'altri tempi che non ha mollato.

E, allora, anche il furgone si capisce meglio, molto meglio. Va benissimo per trasportare lui e i suoi ragazzi. Anzi, che dico: è semplicemente perfetto.