mercoledì 7 luglio 2010

È il momento delle Minimìno




Qualcuno avrà forse notato la cura che, sin dagli inizi del TB, metto nelle denominazioni fiorentine delle tregge e di altri soggetti inerenti. Questo perché il Treggismo Militante ha radici necessariamente locali: non può esserne separato. Se, poniamo, il TB fosse nato a Piacenza (un posto a caso!) o a Porto Empedocle, le tregge avrebbero avuto tutte le loro belle denominazioni piacentine e girgentesi (spero si dica così). Si confrontino anche le romaneschissime definizioni di Cristina la Meharista, prima fra tutte er Mezzosacco (che ho sposato incondizionatamente). Insomma, tutta questa pappardella per introdurre un'altra Minimìno (in fiorentino, quando non si può aggiungere una vocale finale come i' bùsse o lo spòrte, si elimina; e il caso della "r" finale è comune se la vocale immediatamente precedente è atona. Così si dice i' bàrre -plurale i bàrri, da cui i' barrista; ma in Minimìnor la vocale precedente non reca l'accento e quindi si elimina). Questa Minimìno qui è di ragguardevole vegliardàggine, risalendo al 1970; siamo in quella famosa e piovosissima domenica di maggio, ma ancora il raduno dei Cinquini Storici non era stato incontrato. Si vede che era una domenica predestinata, in cui a me medèsmo e notevolmente metereopatico, mentre smoccolavo per il tempo vomitevole assai, il grande Dio de' Bivi doveva aver deciso di compensarmi in qualche modo. Foto prese al volo, guidando: una cosa che raccomando soltanto ai treggisti non soltanto appassionati, ma anche guidatori esperti e coscienti. Non mi stancherò mai di predicar prudenza: meglio rinunciare pur sia alla più bella treggia del mondo, che provocare danni agli altri e a se stessi.