sabato 24 luglio 2010

Achtung, Prinzgefahr!





Quando c'è di mezzo una Prinz, non è mai una situazione comune. Questa qui, ad esempio, del 1970. Sembra comodamente parcheggiata, persino un po' sulle strisce pedonali; però lo è in uno dei punti più pericolosi di Firenze, uno dei principali snodi del traffico cittadino, ad un incrocio veramente carogna nelle cui vicinanze immediate si vedono, purtroppo, almeno un paio di mazzolin di fiori legati a un palo. Il Prinzgefahr ("pericolo Prinz"), una delle numerose leggende che la vetturetta prodotta a Neckarsulm si è tirata dietro, sembra non essere del tutto una leggenda.

Anche perché, quando me ne sono accorto, avevo appena svoltato a sinistra allo stop. Bisogna essere svegli a quell'incrocio: le macchine svoltano dal ponte come strada preferenziale, e non si curano minimamente di chi ha fatto la rotonda e si immette sul lungarno da una specie di stretto corridoio. E i botti sono frequentissimi. Un millesimo di secondo, e poi la fortuna mi viene incontro: dovendo per forza immettermi sul lungarno, e senza indugi, ho trovato un provvidenziale parcheggio che mi ha permesso di fermarmi e di precipitarmi sulla Prinz beige. Una scena degna degli annali del Treggismo Militante: ho lasciato la portiera aperta, e ho proceduto di corsa con la Kodak in mano. Ma ne è valsa la pena. Per una Prinz, che dopo una famosa trasmissione condotta da Fabio Fazio è diventata quasi il simbolo degli anni '70, si fa questo ed altro.