giovedì 27 maggio 2010

Le tregge di Amici Miei (1): La 125 del Melandri




I tre film del ciclo di Amici Miei, nati da un'idea di Pietro Germi e diretti da Mario Monicelli, fanno praticamente parte del DNA di ogni fiorentino. Persino gli adolescenti che, nel 1975 (anno di uscita di Amici Miei Atto I), erano, come si dice da queste parti, ancora nelle palle d'i' su' babbo, ne conoscono a memoria intere parti. Nonostante uno solo degli attori (ma solo negli ultimi due "atti") fosse fiorentino, vale a dire Renzo Montagnani (che peraltro era nato a Alessandria, seppure da genitori fiorentini), il cremonese Ugo Tognazzi, il siciliano Adolfo Celi, il veronese Gastone Moschin, il cuneese Duilio Del Prete e il francese Philippe Noiret (che era di Lille, cioè di una città che ben conosco e cui sono legato da molti ricordi belli e brutti) seppero interpretare, doppiati o in un fiorentino approssimativo, la vera anima di questa città. Un'anima strana, a volte carogna, a volte tragica, e sempre contro. Questo post, ed alcuni che seguiranno a intervalli irregolari, vuole essere quindi un omaggio a quei film, a chi li ideò, diresse e interpretò, e a chi continua a tenerli vivi nella memoria di tutti i giorni. Anche un bambino, a Firenze, sa fare la supercazzola. C'è chi ha chiamato il cane o il gatto Tarapia Tapioco. Io sto all'Isolotto, proprio là dove si trovava il seminterrato stile giapponese del conte Mascetti.

Un omaggio da Treggia's Blog, però. I film di Amici Miei, e mi sembra di averlo già accennato una volta, sono importanti anche dal punto di vista treggistico. Girati come sono nella Firenze degli anni '70 e '80, sia in città che nelle vicine campagne, ci presentano una Firenze che non c'è più, e che ho conosciuto. Le riprese avvennero inquadrando le macchine che circolavano allora, vale a dire quelle che sono le tregge di oggi; ed erano tutte autentiche, con targhe vere. I film di Amici Miei sono, quindi, anche una testimonianza unica: vi si può vedere il parco automobilistico circolante a Firenze 35 anni fa. Cosa comunissima, ad esempio, per Roma o Milano, città dove sono state girate decine di film; molto meno comune per Firenze. Le tregge di "Amici Miei" erano macchine e motociclette vere. Come spostare per un istante il Treggia's Blog all'epoca in cui le vetture qui presenti erano nuove, oppure meno vecchie.

A cominciare dalla Fiat 125 dell'architetto Rambaldo Melandri, che qui vediamo in tre inquadrature pienamente da TB (frontale e retro): la scena è quella, indimenticabile, della distruzione dei paesini. La ho scelta, perché della vettura si può leggere anche la targa originale: FI 408152. La macchina è quindi del 1967, ed era quindi una discreta treggiotta già nel 1975. Ecco qui la scena completa:


A dire il vero, la stessa 125, oltre che in altre scene, compare anche in quella che è forse la scena più celebre di tutti i tre film, ovvero quella della supercazzola fatta al vigile urbano davanti al bar del Necchi (anch'esso realmente esistente, in via dei Renai, e che a lungo si chiamò "Bar Amici Miei" prima di chiudere); ma la si nota meno bene, anche se la si sente benissimo:


Una scena però, questa, dove ad un certo punto si vedono parcheggiate sullo sfondo di Piazza Demidoff anche una Ford Escort di 1a generazione e, di striscio, anche una Giulia. E, alla fine, tutta un inquadratura su Via dei Renai con tutte le macchine parcheggiate: Maggiolini, una Citroën DS...