sabato 27 marzo 2010

Primavera elbana (1): Amaranta nel campo





Davvero un...brevissimo soggiorno questo, all'Elba. Un "mordi e fuggi" per riportare a casina (beate loro) la mamma e la zia, con partenza ad ore antelucane e le due "ragazzine" che se la sono ronfata per tutto il viaggio. Ma ne valeva comunque la pena. All'Elba vale sempre la pena, specialmente nella prima giornata di primavera seria, ventitré gradi, ancora lontanissimi dalla stagione turistica e con l'isola che quasi si è dischiusa dopo un inverno che, anche lì, è stato particolarmente rigido (con tanto di nevicata).

Nonostante la brevità della permanenza, anche stavolta l'Elba "miniera di tregge" non ha deluso le aspettative. Si comincia con questa Fiat 127 depositata in mezzo a un campo, invero in condizioni di palese abbandono. Ed è stato, a dire il vero, un piccolo tuffo al cuore: soltanto pochi giorni fa avevo parlato di una certa 127 amaranto, e ora eccone qui una pressoché identica (tranne qualche piccolo particolare). Forse il destino, che a volte è cinico e baro ma che altre volte sa leggere bene dentro i recessi di chi lo nomina, ha voluto farmene rivedere una proprio all'Elba. La speranza, naturalmente, è che la 127 amaranto non stia là a arrugginire e disfarsi in mezzo a un campo, e che qualcuno prima o poi la rimetta in sesto. La vettura è del 1981, non ha ancora trent'anni e non merita di finire così, seppure al sole di una primavera elbana...