martedì 16 marzo 2010

Cinquini di passo


Eh sì, quanti ce ne sono di questi Cinquini. Da non sapersi come raccapezzare: ancora proprio non si rassegnano agli anni. Gli ultimi furono "sfornati" nel 1977 e hanno quindi già la bellezza di 33 anni, i famosi "anni di Cristo"; gli ultimi, ripeto. Ma quando si va a giro, eccotene uno che ti sfiora di lato e s'infila nel pertugio mentre un altro ti incrocia andandosene allegramente per i fatti suoi. Poi qualche genio ha inventato le city car, come se avesse tirato fuori dal cilindro chissà quale coniglio, quando sarebbe bastato continuare a fare la 500, quella vera (non la replica "modaiola" di ora). E così chi ancora ne ha una se la tiene bella stretta, con le sue doppiette, il tappo del serbatoio direttamente nel motore e l'accensione con la levetta. La "ripresa al volo" di un Cinquino è peraltro un utile esercizio di destrezza che il Treggista deve saper fare (anche per non trovarsi alla sprovvista se per caso, firulì firulà, vedesse passare una Bizzarrini o una Ermini del '53...le si vedrà mai passare?). Cinquini di passo, come gli Oiseaux de Passage di Richepin (e di Brassens). Questo qui, di un bell'azzurro-turchese, è del 1967.