sabato 27 febbraio 2010

Necessariamente senza parole, o quasi





Mancavano pochi numeri alla fine delle gloriose targhe quadrate, e anche pochi esemplari alla cessazione della produzione dell'altrettanto gloriosa Giulia, quando il primitivo acquirente di questa vettura decise finalmente di fàrsela. E quando se la fece, una bella mattina di un mese qualsiasi (ad esclusione di febbraio, ça va de soi...) un dio pazzerello e bislacco gli fece optare per un colore che mi riesce alquanto problematico definire. Viola, sì, e questo potrebbe essere un omaggio alla squadra di pallone di questa città; ma un viola con venature fucsia, o chissà cosa. Insomma, per farla breve, quando ad un piovigginoso crepuscolo l'ho vista parcheggiata bel bella, ho tirato un'inchiodata in preda ad affettuose risate. Semplicemente meravigliosa. La Giulia viola e qualcosa, tenuta peraltro in modo impeccabile e con ragionevoli probabilità di durare per l'eternità. Una macchina del genere, colore compreso, rende bene il motivo per cui noialtri Treggisti esistiamo e operiamo. Provatevi a dare un colore del genere alla vs. spettabile Kia Sorento e vedete un po' che effetto che fa: ve la piglierebbero soltanto per il culo. Questa qui, invece, fa ridere ma anche scappellare dall'ammirazione. Le macchine sono soltanto queste; tutto il resto è soltanto puzzolente e standardizzata banalità di anni di stronzio.