lunedì 21 dicembre 2009

Di mamme...e di Centoventisette







Di mamme ce n'è una sola, e di Centoventisette (specialmente del primo modello, o di prima generazione come si dice ora) invece ne sono rimaste poche poche. Strano destino per una macchina che fu diffusissima, e che era (giustamente) nota per la sua robustezza. Ma questa vettura qui ha a che vedere con le mamme anche per un'altro motivo, squisitamente personale: è infatti stata scattata esattamente davanti al portone di casa di mia madre, e quindi anche a quello dove sono nato. Oddio, a rigore sarei nato alla maternità di Careggi, però va bene così; e va bene anche che sia nato in almeno tre o quattro altri posti, anche se mi risulterà sempre difficile farlo capire ai noiosi e pedanti coglioni che si ostinano ad essere nati eternamente in un posto solo. Ma tant'è, e poi c'è persino dell'altro.

Ad esempio, che di Centoventisette davanti a quel portone se ne son viste almeno altre due: quella (blu notte) di mio fratello (targa: FI 799895) e quella mia (amaranto: FI 901008); e anche quella che fu di un mio migliore amico (prima che imparassi finalmente a eliminare i migliori amici e a tenermi carissimi quelli peggiori), la quale era -udite udite- assolutamente identica a questa e persino targata FI 68... e qualcosa. Come tornare indietro di vent'anni e rotti, insomma. Particolare inquietante assai, quel migliore amico -di cui fu la prima macchina prima che si comprasse una R4- la aveva acquistata, usata, da una tale signora Lucia Orgasmo.

Beh, proprio un bell'amarcord, uscendo da casa di mia madre una sera qualsiasi. Allora mi sono messo a sedere sugli scalini dello stabile (un gesto che mi era consueto), ho scattato una foto, mi sono acceso una sigaretta e mi son detto, per l'ennesima volta, che ricordare è assai più bello, e degno, che forzare il passato a ridiventare presente. Meglio una vecchia macchina che ti fa staccare cinque minuti a sedere sugli scalini anagrafici, per di più con una targotta niente male.