martedì 15 settembre 2009

La Confraternita del Chianti





Sono, più o meno, un figlio degli anni '70 e, come tale, non posso non avere una predilezione per il furgone Volkswagen, in tutte le sue versioni e salse. Quando se ne vede uno, poi, ha sempre qualcosa di particolare; questo qui, per esempio. D'accordo, non sarà quello di Arlo Guthrie in Alice's Restaurant e neanche uno di quelli dei figli dei fiori, pitturati d'ogni sorta di cose; è un furgone di periferia, d'un bianco normalissimo, parcheggiato sotto casa. Ma è bastata un'occhiata al lunotto posteriore per innamorarmene: trovare su uno stesso vetro l'adesivo con la Ikurriña basca, quello "I love Fiorentina" e, soprattutto, l'emblema del Gallo Nero mi ha letteralmente commosso.

Ebbene sì: anche a Firenze, ohimé, a forza di pùbbi (singolare: un pùbbe, o anche un pàbbe / du' pàbbi) -specie nella più bieca variante dell'àirisc' pùbbe- ed altri localini varij, il Chianti sembra essere passato in secondo piano, specie presso le giovini generazioni. Tutti dediti alla birra, senza contare le restrizioni, le tabelline, gli etilometri e tutto il resto. Sia dunque lode a questo furgone VW che ostenta fieramente il Gallo Nero; e, a maggior lode, ho dato a questo post un titolo che ricorda decisamente il grande John Fante. Il furgone perfetto per la Confraternita del Chianti, e, mi piace immaginarlo, anche per Amici miei (anche se, va detto, nella celebre scena del "Servizio Torri" e del Signor Becchi, a Pisa, avevano una primitiva versione dell'Iveco Daily):