lunedì 14 settembre 2009

...e alla fine si torna a dir "Dea"






Inutile fare: di fronte a una DS, 19 o 21 (come questa) che dir si voglia, si ha sempre la stessa reazione, quella sapientemente instillata dai suoi ideatori che la chiamarono "DS" perché, in francese si pronuncia "dé-esse"; vale a dire "Dea". Non crediate, poi, che sia facile mandare avanti questo blog; a parte il reperimento in sé delle tregge, inventare per ognuna di esse un commento è, a volte, una fatica di Ercole. Scrivere delle parole sotto a delle fotografie di vecchie macchine non è, come dire, automatico.

Quando ho visto questa vettura, per di più nella rara versione capriolè (uso sempre la vecchia denominazione di mia nonna), oltre a rischiare di farmi arrotare per fotografarla mi sono detto: "Accidenti, Riccardino, per una macchina del genere bisognerà che tu studi un commento adeguato"; mi si sono poi affacciate confuse smoccolanze in olandese, dato che la targa che vedete è a sua volta una rarità, una targa olandese di vecchissima data, ancora nera e con i numeri e le lettere in rilievo. Alla fin fine, il momento di doverla inserire nel blog si avvicinava, e ancora non sapevo che cavolo scrivere.

Poi, alla fine, mi si è accesa la lampadina; che, come sempre, consta della cosa più semplice. In definitiva, perché voler essere sempre "originali" a tutti i costi? Ma sant'iddio, l'unico commento adeguato davanti a una macchina del genere è sempre e rimarrà sempre uno soltanto. E alla fine si torna a dir "Dea", e basta. Con tutte le implicazioni del caso. E sarà sempre così ogni qual volta ne troverò una, senza nessun timore di essere tacciato di banalità. Mi prenderò la taccia; è un sacrificio necessario e soave di fronte all'autentica divinità.