domenica 2 agosto 2009

L'Om selvatico




Nella tradizione popolare, è nota la figura dell'Omo selvatico (o salvatico): l'uomo (ovviamente assai barbuto, nella sua comune raffigurazione) che vive nei boschi, a contatto con la natura, e che -una volta a contatto con la "gente civile"- porta loro una semplice e salutare saggezza che si esplica soprattutto nella sua decisione di ritornarsene poco dopo nelle sue foreste. Pur essendo appassionato di tutto ciò che riguarda la tradizione popolare e rurale, sarà un po' difficile che ne trovi vestigia durante un Treggia tour, anche se certi automezzi, volendo, potrebbero rientrarci; da qui la mia estrema attenzione ai giri nelle campagne e agli automezzi da lavoro. A pensarci bene, lo stesso nome di treggia attribuito agli automezzi è di antica derivazione rurale, come già abbondantemente raccontato.

Fatto sta che, in assenza dell'Omo selvatico (i cui ultimi echi possono comunque cogliersi nella figura e nell'aspetto del cantante Piero Pelù), qui ci si dovrà accontentare dell'Om selvatico, intendendo con questo i benemeriti e storici camion OM, ovvero le Officine Meccaniche Fabbrica Bresciana Automobili. In attesa di trovare in giro qualche superstite Tigrotto o Lupetto (un Lupetto lo avevo reperito parcheggiato poco tempo fa, ma ancora, ahimé, il blog non esisteva...), accontentiamoci di questo camion di "ultima generazione", vale a dire quella poco precedente allo scioglimento del marchio nella holding Iveco (che vorrebbe dire Industrial VEhicles COrporation, dato che chiamarla Azienda Veicoli Industriali non sarebbe stato abbastanza figo). Siamo circa nel 1976/77 e questa è l'ultima cosa che reca il marchio OM, insomma; e la "I" della Iveco è comunque già presente. Un marchio, OM, che ha fatto la storia del veicolo da lavoro, tanto da divenire il "camion italiano" per eccellenza. Trovarne ancora qualcuno in giro, sì, riporta davvero alla tradizione popolare.