lunedì 31 agosto 2009

Elbatregg' '09 (6): Via Tractoris




1. Preambolo (Prima si chiamava "Premessa", ma "Preambolo" è più figo).

Vale la pena salire su, da Marciana, al santuario della Madonna del Monte; e se lo fo io, che certo non posso essere definito un modello di virtù cristiane, vuol dire che il posto lo merita per davvero. Innanzitutto si trova a oltre 600 metri di altezza, e in una giornata caldissima d'agosto la cosa può non risultare indifferente; inoltre possiede un giardino con alti alberi ombrosi, panchine e tavoli e, soprattutto, una stupefacente esedra con delle meravigliose ortensie e un paio di fontane che buttano acqua di sorgente, fresca sul serio. Facendo pochi passi verso i sentieri che menano a Pomonte e Chiessi, si gode poi un panorama che definire mozzafiato è un eufemismo; insomma, per farla breve, è un luogo bellissimo.

C'è però un piccolo problema: si tratta, appunto, di un santuario. E di un santuario in piena regola, di quelli che ci fanno le processioni salmodianti il giorno dell'Assunta (che più comunemente si chiama Ferragosto). Di quelli, soprattutto, che per arrivarci non c'è una strada (e menomale, sennò addio pace, tranquillità e chiare, fresche e dolci acque), ma una Via Crucis. Autentica. Con tutte le quattordici stazioni, i tabernacoli e le immaginette. E siccome Nostro Signore lo mandarono al supplizio facendogli fare una salita della madonna (appunto), le Viae Crucis si regolano di conseguenza; e quella che mena alla Madonna del Monte è una pettata terrificante. Mezz'ora di supplizio pedestre, specie se -con mossa astuta- uno se la fa alle una del pomeriggio un sette d'agosto. Va bene, d'accordo, buona parte della salita è all'ombra di gran lecci e castagni secolari; ma ci sono dei pezzi in pieno sole che tagliano le gambe. Provare per credere. È per questo che, anche in pieno agosto, alla Madonna del Monte non c'è nessuno. Un posto del genere te lo devi guadagnare. Quand'ero ragazzo, ci salivo non dico di corsa ma speditamente. Stavolta sono arrivato in cima con la lingua avvolticciolata al collo, guardando la piasintëina, abituata alle camminate in montagna, che cercava di incoraggiarmi come poteva; e, lo debbo confessare, mi sono spesso lasciato andare a delle espressioni non propriamente consone alla santità del luogo (tipo: ma porco cane, 'un ti potevano mètte' 'n croce in discesa?).



2. La Treggia del Monte

Vi sarete forse chiesti il perché di questo lungo preambolo. Il fatto è che tutto m'aspettavo, una volta giunto in cima e ristoratomi seccando quasi una delle famose fontanelle che buttano acqua fresca, di trovare un'autentica Treggia. Proprio lassù, al termine della Via Crucis e d'un cammino silvestre rigorosamente proibito ad ogni sorta di automezzo (ci può andare, solo con piccole jeep, la Guardia Forestale). Una Treggia la cui funzione merita di essere raccontata brevemente. Trattandosi di un santuario con annessa chiesa votiva, il parroco di Marciana deve, almeno in certe occasioni, recarvisi a celebrare la messa; e, pover'uomo, certo non gli si può chiedere di fare la scalata ogni volta. Gli è stato quindi, da anni e anni, messo a disposizione un adeguato mezzo. E si vede che i parroci di Marciana "buttano bene" in quanto a tregge: chi aveva la vecchia 600, e chi invece ha il trattorino per evitare la Via Crucis. Oddio, magari ogni tanto (per la processione di Ferragosto, immagino) la salitella se la farà anche lui a fettoni: non mi riesce immaginare la Madonna preceduta da un trattore, anche se tutto è possibile. Nelle altre occasioni, il parroco monta sul trattorino, mette in moto e via; e così ecco la Via Tractoris. E se il trattorino era lassù, si vede che da qualche parte c'era anche il signor parroco, anche se non lo abbiamo visto; forse era a farsi una bella dormita nella foresteria.

Io, invece, una bella e saporita ronfata me la sono fatta stendendo un asciugamano di spugna su un tavolaccio di legno, con lo zaino come guanciale. Non senza lasciare, appiccicata in chiesa accanto agli ex-voto una sentitissima richiesta di grazia alla Madonna: