lunedì 31 agosto 2009

Elbatregg' '09 (4): Enfola Treggia's Festival



L'istmo di cui si parlava nel post precedente ha un nome: si chiama, infatti, Ènfola. In realtà, l'Enfola, o Capo Enfola, sarebbe il promontorio tenuto attaccato al resto dell'Isola dal sottilissimo & plurispiaggiato filo di terra dove le tregge di mezzo mondo sembrano essersi date convegno; e che sia un luogo assai particolare è testimoniato dall'origine stessa del suo nome.

Il filo di terra, o istmo che dir si voglia, non ci dev'essere sempre stato. Un tempo, quello che ora è il promontorio era una vera e propria isola, e così veniva chiamata sulle vecchie carte cinquecentesche in latino: Insula. Solo che, nella grafia manuale dell'epoca, la "s" era praticamente identica alla "f"; e fu così che tutti, leggendo il nome nelle carte, cominciarono a chiamarla Infula. Con il tempo e con le normali leggi fonetiche, che agiscono sempre anche se non ce ne rendiamo conto, da Infula si ebbe Ènfola. Un nome, insomma, derivato da uno sbaglio di lettura su una carta. Quanto al fatto che un'isola venga chiamata semplicemente "Isola" non è raro: questa, ad esempio, e con altre leggi fonetiche, è l'origine del nome di Ischia (con la seguente trafila: insula > *insla > *isla > *istla -con la "dentale epentetica"- > *iscla per dissimilazione e infine Ischia con la normale palatalizzazione per cui da clamare si ha chiamare). All'Elba, tra l'altro, si ha anche uno Scoglio d'Istia che mostra il medesimo passaggio dell'isola campana. Ah, scusate. Pardon. E' un blog dove si parla di vecchie macchine, questo. Però bisogna che abbiate anche presente che il suo titolare è un tipo un po' strano.

Insomma, ok, vi leggo nel pensiero. Basta con le Mehari! E s'è capito che ce n'erano dappertutto! E, infatti, con questo post le Mehari vanno a nanna. Però almeno l'ultima, a convegno galante con un Cinquino ugualmente candido & virginale (e persino targato Livorno: cosa rarissima, in agosto, trovare all'Elba una macchina con la targa della provincia di appartenenza...), la voglio far vedere. Poi ne ho trovate di tutti i colori: biancorosse che sembravano il vecchio Lanerossi Vicenza, color vino stile cappottone di Fantozzi, verde scuro da matitacce nell'astuccio delle elementari, e una persino targata Isernia. Ma, almeno per ora, può bastare.